
Paleontologia: il corso di laurea all’Università di Bologna
All’Università di Bologna è attivo, nell’ambito della Laurea in Scienze naturali, l’insegnamento in Paleontologia. Le attività didattiche si svolgono sia in aula che presso le sale dello storico Museo di Geologia “Giovanni Capellini”, aperto nel capoluogo emiliano dal 1860.
Più l’innovazione avanza, più le scienze chimica e biologica ci consentono di “radiografare” il materiale del passato, più il passato stesso si fa “infinito”. Più entriamo nel futuro, più il tempo “che non è più” si fa immenso. E allora è bellissimo, con gli strumenti e la “fiducia” di oggi, entrare nel mondo della paleontologia. Anche quest’anno tanti ragazzi appassionati potranno varcare, nell’Ateneo bolognese, la soglia di quest’avventura intellettuale.
Un percorso “classico” fatto di innovazione permanente
“Scienze naturali” è un corso di laurea che fa parte – come “titolo” ed impostazione – dell’offerta formativa “classica”. Le scienze della natura sono da sempre state “proposte” ai ragazzi come un iter alternativo a quelli letterari o filosofici (le scienze umane ), economici, medici, o più strettamente matematici. Ma è chiaro che, col trascorrere del tempo, tutti i “saperi” mutano volto. È di pochi giorni fa, sulla Rai, uno straordinario programma condotto da Alberto Angela, in cui lo studioso e divulgatore ha illustrato, come in un romanzo, le vicende che hanno portato alla “vittoria” evoluzionistica dell’Homo Sapiens nei confronti dell’Uomo di Neanderthal. Ed è proprio questo l’approccio che noi auspichiamo per i ragazzi dell’Ateneo che seguiranno il corso di Paleontologia nel 2022: sentirsi dentro una vicenda appassionante.
I contenuti del corso di Paleontologia
Al centro del percorso di Paleontologia, da appuntare sui quaderni e da osservare dal vivo al Museo Capellini, c’è il “forziere degli ori”, la “stella polare” degli studiosi del bios antico: il materiale fossile. Gli studenti conosceranno pian piano il tipo, la natura e l’origine di ogni “vita” fossile. Apprenderanno i processi sedimentari e il loro “uso” come strumenti di ricostruzione dell’evoluzione biologica. Incontreranno Darwin, certo, ma si imbatteranno anche in focalizzazioni di altri aspetti dell’avventura della vita sul nostro pianeta. E si renderanno conto di quanto si stia penetrando il passato ad ogni passo in più che si compie nella scienza del futuro. E di quanto, dunque, la “novità” dei loro studi non possa mai finire.