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Uguaglianza di genere

Un piano per l’uguaglianza di genere nel mondo dello studio e della ricerca all’Università Bicocca di Milano

La Bicocca si adegua agli standard europei circa l’uguaglianza di genere, attraverso l’istituzione di servizi-baby sitter, “punti neonato” ed anche di una banca del tempo. È uno sforzo necessario anche per avere i requisiti adatti a partecipare ai bandi di ricerca Horizon Europe (il Programma quadro dell’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione 2021-2027).

A volte sembra si sia costretti, riguardo ad alcuni argomenti, ad apparire “retorici”, pur essendo ben lontani dal voler esprimere luoghi comuni o dal voler costruire “frasi fatte”.  Il punto è che è ancora drammaticamente vero il fatto che sia difficile conciliare l’esperienza della maternità con quella dello studio e della ricerca ad alti livelli. Attenzione: lo stesso vale per una paternità, se si è costretti ad affrontarla da soli. Il mondo della ricerca pare “chiudere le porte” alla genitorialità nel senso più generale. Ed ecco che il piano dell’Università Milano Bicocca punta non solo sui servizi, ma anche sul mutuo aiuto. Perché “universitas studiorum” è comunità, e anche perché i risultati della ricerca scientifica appartengono a tutti, e nessuno che intenda impegnarvisi deve esser lasciato solo. 

Il Gender equality plan

Nell’arco di tre anni l’Università Bicocca si è impegnata a realizzare una serie di iniziative per sostenere lo studio e il lavoro di mamme e di papà all’interno dell’Ateneo. Sottolineiamo “il lavoro” perché il problema non è solo quello degli “studenti-genitori”, ma anche quello dei “ricercatori-genitori”. Basta notare che la coordinatrice del piano per l’uguaglianza di genere, Silvia Penati, docente di Fisica, è una delle pochissime, nel proprio campo, ad avere in Italia la qualifica di professore ordinario (le donne non arrivano al numero di dieci, mentre gli uomini sono un centinaio). Ed ecco allora alla Bicocca “punti neonato” con fasciatoio e angolo allattamento, ed uno spazio-gioco con servizio baby-sitting, perché nessuna fase dell’esperienza genitoriale (dai primissimi mesi allo svezzamento e, oltre, alle età prescolare e scolare) deve diventare un “percorso ad ostacoli”, né per la ricerca scientifica in dipartimento né, ad esempio, per la partecipazione a riunioni o conferenze.

Uguaglianza di genere: la banca del tempo

Progetto interessantissimo ed innovativo è quello della banca del tempo. Le banche del tempo sono “meccanismi comunitari” basati su collaborazione e solidarietà, in cui le persone scambiano tra di loro attività, saperi, ecc., ed in cui la moneta dello scambio, insomma il valore di ciò che si è dato e di ciò che si è ricevuto, è costituito non da una valuta, bensì dal tempo. Calandoci subito nella realtà del “Gender plan” della Bicocca, ad esempio, se la studentessa x si occupa per due ore del bambino della dottoressa di ricerca y, x stessa riceverà da y un “assegno” del valore di due ore, con il quale potrà “pagare”, magari, la ricercatrice z per una lezione di approfondimento di matematica. E’ un principio solidaristico che mette “in rete” gli studenti e le studentesse, magari attraverso piattaforme e permettono di “segnalare” in tempo reale agli altri il proprio “bisogno” del momento.