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Storia di Andrea dell’Università di Bergamo: servizio taxi per cani e gatti per pagarsi gli studi

Già altre volte, su questo portale, abbiamo raccontato le storie di ragazzi che lavorano durante gli anni universitari. Abbiamo sottolineato come, anzi, la scelta di dedicare delle ore al lavoro non sia dettata sempre dalla necessità, ma spesso e volentieri dal desiderio di “mettersi alla prova” nel caotico fiume della “vita adulta”. È l’esigenza di “provarsi” nella dimensione del “far da sé”, “anticipando” il tuffo in tale dimensione al tempo precedente la laurea. I ragazzi vogliono conoscere la “gestione” del tempo e della fatica, prima di entrare in quel settore del mondo lavorativo che – si spera – rappresenterà la “carriera”. Raccontiamo qui la storia di Andrea all’Università di Bergamo.

Università di Bergamo: la “svolta” di Andrea

Ma tantissime volte le due esigenze si sposano: si lavora innanzitutto perché è necessario trovare i soldi per le tasse universitarie e per il fitto di un appartamento, se si è fuori sede. Poi è chiaro che ogni esperienza è “per la vita”. E qualcosa resta. Sempre. La storia di Andrea era da raccontare per l’inventiva di questo ragazzo, che si è creato un lavoro da svolgere negli orari a lui più congeniali, un’attività che per di più definisce “rilassante”, e che gli sta permettendo di “attraversare” l’intero vissuto universitario in maniera più tranquilla e “ordinata”.

La cosa che ci ha colpito, nel racconto che di sé fa Andrea stesso, è proprio questo fermarsi un attimo, e “inventarsi una strategia” nuova per vivere meglio l’Università. Riteniamo, infatti, importantissimo riflettere sull’auto-training che ogni studente dovrebbe mettere in atto per gestire la “possibile pesantezza” e i “carichi” degli anni universitari. Andrea già lavorava, come barista in un locale. Ma, afferma lo studente, quel lavoro «non mi piaceva, più che altro occupava le sere, che per me sono sempre stati i momenti più produttivi, sia che si trattasse di fare le mie cose, come studiare o suonare, sia che si trattasse banalmente di divertirmi» (i grassetti sono nostri). Andrea ha “calcolato”, in maniera matura, come se dovesse sezionare geometricamente una torta, i suoi tempi di produttività intellettuale, quegli degli hobbies e quelli di assoluto relax. Ci pare un comportamento molto razionale e redditizio, a livello di “risultati” universitari. 

Le passioni di Andrea

Il nuovo lavoro piace ad Andrea. «Un asilo a quattro zampe mi ha chiesto se fossi disposto a viaggiare. Gli animali in auto sono tranquillissimi. La mattina mi sveglio, prendo il furgone e vado a prenderli a casa loro per portarli all’Asilo […]. Non saprei come definire il lavoro, sul furgone c’è scritto Taxipet, quindi direi che faccio il tassista per cani […]. A me piace molto stare in auto, mio padre faceva il camionista, e quando ero più piccolo, e le leggi ancora lo consentivano, lo accompagnavo lungo i suoi tragitti. […] Con questo lavoro riesco tranquillamente a pagarmi l’affitto a Milano, e ad avere tempo libero nelle ore che mi interessano di più». Ecco, noi di University Today volevamo sottolineare quanto sia fondamentale considerare come tasselli di un unico puzzle i carichi di studio, il lavoro, il divertimento… Perché l’università deve essere un’esperienza di crescita a tutto tondo.