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Il futuro dei tuoi studi sarà nella contaminazione

L’Università come siamo abituati a conoscerla è destinata a cambiare. Non più percorsi rigidi con solo qualche laboratorio e corso a scelta (ma quasi sempre inerenti al proprio campo). Il futuro dell’Università, e dei lavori di domani, sarà nelle conoscenze trasversali. Se ciò è lampante anche dalle missioni contenute nel Recovery Plan per il mondo accademico, il cambiamento è in realtà già in atto grazie a due decreti ministeriali. 

Come sarà il futuro dell’Università?

Addio alla rigidità, viva la multipotenzialità. A qualcuno di voi, in fondo, sarà sicuramente capitato di adocchiare un esame interessante proveniente da un altro Dipartimento, che magari condivide la vostra stessa sede. Tra colleghi ci si mescola, si chiacchiera e, inevitabilmente, il discorso verte spesso sugli esami. Magari vi trovate iscritti a lettere moderne, ma vi affascina terribilmente un esame proveniente da un percorso formativo in ambito scientifico. Oppure il contrario: magari siete studenti di Ingegneria con uno spiccato interesse per la letteratura classica, e non vi dispiacerebbe poter conseguire un esame in merito, magari letteratura inglese. Oppure siete studenti di Comunicazione e gli esami di lingue previsti dal vostro percorso non vi bastano e vorreste integrarne il più possibile.

In passato questi pensieri rimanevano pensieri e basta. Spesso ci si doveva rivolgere a scuole e istituti esterni per accrescere le proprie conoscenze e competenze. Ma il quadro sta finalmente per cambiare. 

I due decreti

Nel Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) stilato per contrastare la crisi prodotta dalla pandemia da Covid19, è prevista anche una riforma delle classi di laurea. Questa prevede appunto una contaminazione marcata tra corsi umanistici e scientifici, sostenibilità e digitale e qualsiasi combinazione possa venirvi in mente. 

Se all’atto pratico queste modifiche saranno integrate per l’anno accademico 2022/2023, il percorso che si intende promuovere è in realtà già partito in questi mesi. Nello specifico, con il Dm 446/2020 che istituisce tre classi di laurea professionalizzanti e il Dm 133/2021 che introduce, di fatto, una flessibilità maggiore per i corsi di studio. 

Per l’anno prossimo sarà infatti possibile inserire nel proprio percorso formativo speciali attività integrative, con valenza in termine di CFU. Queste potranno appartenere anche ad altre aree disciplinari e si potrà scegliere fra corsi, seminari, laboratori ecc… Una possibilità che può essere sfruttata da ogni studente, ma non obbligatoria.